Il grande pubblico ha rivissuto la storia d’amore tra Esmeralda e Quasimodo in “Notre Dame de Paris” grazie il celebre musical di Riccardo Cocciante che per anni ha affascinato migliaia di spettatori e le platee di tutto il mondo. Ma un po’ di tempo prima un grande coreografo come Roland Petit aveva messo in scena questa romantica e tragica storia d’amore.
Era il 1965 quando creò appunto per l’Opera di Parigi “Notre Dame de Paris”, balletto che in seguito venne anche allestito dal Teatro alla Scala una decina di anni fa e che ora torna al Piermarini dal 10 febbraio al 5 marzo con un cast stellare.
Vedremo infatti nel ruolo di Quasimodo ed Esmeralda (il 10 febbraio alle ore 15 e le sere del 14 e del 15 febbraio) Natalia Osipova e Roberto Bolle. Due grandi artisti per la prima volta insieme sul palco in un doppio debutto, quello che li vede come coppia e come interpreti in un ruolo del tutto nuovo, nonostante la loro grande esperienza. Accanto a loro, sarà il primo ballerino Mick Zeni a tornare in scena nel ruolo di Frollo, già interpretato in precedenza, mentre per la prima volta Eris Nezha rivestirà quello di Phoebus.
Massimo Murru invece può senza dubbio considerarsi un veterano nel ruolo di Quasimodo, un suo cavallo di battaglia che interpretò nel 1998 . Dopo l’assenza di un po’ di mesi dal palcoscenico della Scala, tornerà finalmente a vestire i panni di Quasimodo nelle recite del 19 e del 21 febbraio.
Sarà invece un debutto assoluto la sera del 1 e del 5 marzo, per Ivan Vasiliev, per la prima volta sul palcoscenico della Scala, e per la prima volta impegnato in questo balletto.E sarà la prima ballerina Petra Conti a rivestire per la prima volta il ruolo di Esmeralda con entrambi questi straordinari artisti.
Per quanto riguarda la composizione del balletto, Roland Petit si era formato proprio all’Opera, ma aveva dovuto abbandonare il teatro dopo la guerra e dopo una serie di balletti ispirati al music-hall o di un colorato neoclassicismo, si era dedicato in questo caso a un classico della letteratura francese, Notre dame de Paris (1831) di Victor Hugo. Proprio per utilizzare le grandi risorse dell’Opéra, e cioè corpo di ballo, solisti, étoiles, aveva creato in questo balletto grandi sequenze per tutti, per le masse, i protagonisti e i comprimari. La grande variazione di Esmeralda ha fatto parte per molti anni (e forse fa parte tuttora) dei pezzi danzati regolarmente nei passi d’addio delle ballerine. Il “mostro” Quasimodo è sagomato come un personaggio tenero, che nessun grande ballerino ha mai disdegnato di interpretare.
«lI mio balletto Notre-Dame de Paris – ha detto a questo proposito Petit in occasione dell’allestimento - racconta una bella e grande storia. Deliberatamente ne ho espunto l'aneddoto e la pantomima: mi auguro che svanisca il Medioevo alla Violet-le-Duc e che, per lo spettatore, resti soltanto la tensione tragica del capolavoro di Victor Hugo. René Allio nelle sue scene, Yves Saint-Laurent nei suoi costumi, hanno seguìto la medesima via della sobrietà».
Il romanzo di Victor Hugo aveva già ispirato un balletto, La Esméralde – coreografia di Jules Perrot, musica di Cesare Pugni - creato a Londra da Carlotta Grisi nel 1844.
Quarant'anni dopo, Marius Petipa ne dava una propria versione, con musiche aggiuntive di Riccardo Drigo (San Pietroburgo, 1886).
«Attratto dal Medioevo e dal suo misticismo, avevo preso a meditare su Il monaco di Lewis . Avevo addirittura già architettato un libretto e commissionato una partitura ... Ma poi, la cosa non è andata in porto. Un giorno, passando davanti a una libreria, vidi una edizione di Notre-Dame de Paris. Da sempre interessato al Medioevo e ai suoi monaci, incuriosito la acquistai per rileggere un'opera di cui avevo scordato i particolari. Rileggendo il romanzo, mi resi conto che Victor Hugo andava oltre Lewis. Subito ho rifatto il libretto sulle tracce di Hugo ... »
Se Perrot e Petipa avevano conservato i personaggi secondari di Gringoire, il poeta innamorato di Esmeralda, e di Fleur-de-Lys, la fidanzata di Phoebus, Roland Petit sfronda, sintetizza e accentra la sua azione sui quattro protagonisti: Quasimodo, Esmeralda, Frollo, Phoebus. La bruttezza e la bellezza. La notte e il giorno.
«Per me, lo spettacolo è una creazione totale – aveva precisato ancora Petit - danza, scene, costumi, partitura musicale ... Come librettista e coreografo, vedo i tre personaggi di questa passione fatale come creature "a parte": Esmeralda - come l'amore - è zingara e quindi sospettata di essere un po' strega. Quasimodo non è un mostro, è piuttosto un individuo complessato, perché ha subìto un infortunio. Creature che vengono respinte per la loro "differenza". Frollo è un uomo tormentato fra i suoi desideri e la sua coscienza, fra la carne e lo spirito. - Potrebbe essere una storia di oggi.»
Esmeralda, Quasimodo, Frollo e Phoebus: quattro grandi personaggi, perni di una vicenda dalle forti tinte drammatiche e passionali. Il Corpo di Ballo ne sottolinea, quasi come un coro antico, le dinamiche. E sullo sfondo, presenza silente ma incombente, testimone e attrice di questo dramma, la cattedrale.
Del balletto parlerà anche mercoledì 6 febbraio alle ore 17 nel ridotto dei palchi Toscanini con l’ausilio di documenti video, Patrizia Veroli, studiosa e storica della danza e del balletto, autrice di diversi volumi, e curatrice di mostre soprattutto sulla danza del ‘900. E’ in corso di pubblicazione il volume I Ballets Russes di Diaghilev tra storia e mito, che ha curato col musicologo Gianfranco Vinay per l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
Nella recita del 23 febbraio e anche nella pomeridiana “Invito alla Scala” del 1 marzo, altra nuova coppia da segnalare; il neo-solista Claudio Coviello debutterà nel ruolo di Quasimodo, accanto a Lusymay Di Stefano; lo scorso autunno, da poco uscita dalla scuola di ballo, già si era segnalata, in Raymonda come solista del pas classique Hongrois. Accanto a loro Marco Agostino (Phoebus) e Antonino Sutera (Frollo).
Lo spettacolo sarà ripreso dalle telecamere della RAI - Radiotelevisione Italiana, verrà trasmesso in diretta il 14 febbraio sul circuito cinematografico digitale e in differita su RAI 5 il 17 febbraio alle ore 21.15
Teatro alla Scala
Domenica 10 febbraio 2013 – ore 15.00
Giovedi 14 febbraio 2013 – ore 20.00
Sabato 16 febbraio 2013 – ore 20.00
Martedi 19 febbraio 2013 – ore 20.00
Giovedi 21 febbraio 2013 – ore 20.00
Sabato 23 febbraio 2013 – ore 20.00
Venerdi 1 marzo 2013 – ore 14.30
Venerdi 1 marzo 2013 – ore 20.00
Martedi 5 marzo 2013 – ore 20.00